Lutto: morto Gianni Mura, storica penna di sport e ciclismo

Morta una delle penne storiche del ciclismo. Nato nel 1945, Gianni Mura è scomparso stamani a Senigallia, in provincia di Ancona, in seguito ad un improvviso attacco cardiaco. Tra gli ultimi grandi cantori dello sport, considerato da molti l’erede di Gianni Brera per il suo modo di raccontare lo sport, scriveva per Repubblica ed è un punto di riferimento per molti che scrivono di sport, con quel suo stile inconfondibile. Una lunghissima carriera la sua, iniziata oltre 45 anni fa alla Gazzetta dello Sport e legata dal 1976 al quotidiano romano, per il quale ha partecipato e scritto dei più importanti eventi sportivi al mondo, con sempre un occhio di riguardo per il ciclismo.

Tra i suoi numerosi scritti anche un romanzo, nel 2007, “Giallo su giallo”, con il quale ha ottenuto il Premio Grinzane. L’anno successivo racconterà i suoi numerosi Tour de France in “La Fiamma Rossa, storie e strade dei miei Tour”. Il suo primo Giro fu nel 1965, a neanche venti anni, quasi per caso, ma da allora non ha più abbandonato il nostro sport, diventandone uno dei riferimenti assoluti per il suo modo di raccontarlo, con quelle tinte epiche di ciclismo d’antan. È stato probabilmente l’ultimo a salutare la sua fedele macchina da scrivere, compagna di una vita, il cui suono lo ha accompagnato a lungo, spesso con una sigaretta in bocca (almeno finché si poteva).

Con il suo stile poetico ha accompagnato le grandi trasformazioni del nostro sport, restandone un fedele sostenitore anche in anni in cui non ci si riconosceva più molto. Una firma ineguagliabile che negli ultimi anni era meno presente in carovana, ma che quando compariva sapeva sempre travolgerti per il suo stile, ricco di aneddoti e storie, sapientemente dosate con ironia e passione.

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